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Informazioni culturali e artistiche aggiuntive sull'artista
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Astratto gestuale, concettuale... Combattente, resistente, Hans Hartung è un inventore pittorico, un ricercatore instancabile del gesto puro e preciso che può tradurre in un colore la ricerca di un'intera vita! Il suo universo non si offre facilmente a noi, ci interpella come tutti i contestatori dell'ordine stabilito hanno fatto nel corso dei secoli. E interpelandoci, ci costringe a chiederci cosa ci parla o si rifiuta di farlo in queste intrecci di linee, nella solitudine di pennellate, nell'assoluta perfezione del nero scintillante, in questo incredibile utilizzo che fa di uno o due colori, ricordandoci con un semplice punto giallo l'apparizione del sole dopo una notte troppo lunga... Così, non è più su Hartung che cade il nostro sguardo, ma su ciò che suscita in noi!
Hans HARTUNG nasce il 21 settembre 1904 a Lipsia (Germania), in una famiglia agiata e colta (suo padre e suo nonno erano medici).
Interessatosi molto presto alla pittura, in particolare attraverso l'espressionismo tedesco, realizza serie di carboncini astratti fin dai primi anni '20.
Proseguendo gli studi in filosofia e storia dell'arte tra Lipsia e Dresda, scopre la pittura francese e in particolare il cubismo.
Già nel 1926, Hartung si stabilisce in Francia viaggiando regolarmente nel resto d'Europa. Qui incontra una giovane pittrice norvegese, Anna-Eva Bergman, che sposa nel 1929. La giovane coppia si trova di fronte a molteplici problemi finanziari, aggravati dal rifiuto di Hartung di tornare a vivere in Germania dopo l'ascesa al potere di Adolf Hitler.
A Parigi, stringe amicizia con Henri Goetz, incontra Kandinsky, Mondrian, Miró e Calder, dipinge la serie dei "macchie d'inchiostro" e cerca di placare le sue ansie. Anna-Eva, malata, è costretta a tornare in Norvegia (cesserà anche di dipingere per quasi 10 anni) e la coppia divorzia.
Hartung, il cui passaporto è stato confiscato dall'Ambasciata tedesca, trova rifugio da Goetz e continua il suo lavoro nello studio dello scultore Julio Gonzalez, di cui sposa la figlia, Roberta, l'anno successivo.
Sempre desideroso di combattere il nazismo, si arruola nella Legione straniera nel dicembre del 1939, presta servizio in Indocina prima di essere congedato e lasciare la Francia (occupata) per la Spagna dove, catturato, trascorre sette mesi in un campo di concentramento. Fuggendo in Nord Africa, si arruola nuovamente nella Legione. Nel 1944, durante l'attacco a Belfort, viene gravemente ferito e deve subire l'amputazione della gamba destra.
Dopo la guerra, torna a Parigi dove viene naturalizzato e decorato (Croce di Guerra, Medaglia militare e Legion d'Onore). È ora giunto il momento del riconoscimento dell'artista...
Le sue tele, esposte in tutto il mondo, suscitano l'entusiasmo della critica per questo importante artista del rinnovamento dell'astrattismo. Insieme a Soulages, Mathieu e Rothko, sviluppa quel linguaggio informale e gestuale che caratterizza gli anni '50.
Finalmente guarita, Anna-Eva Bergman torna a Parigi e Hans Hartung divorzia da Roberta Gonzalez per risposare colei che sarà sua moglie. Gli anni successivi sono quelli del riconoscimento mondiale del suo talento e del suo lavoro. Numerose mostre celebrano le sue opere e permettono a tutta l'Europa di scoprire i suoi tratti neri.
Le incisioni e le litografie hanno arricchito le sue modalità espressive e il processo dello "grattage" gli ha permesso, a partire dal 1961, di rinnovare le sue ispirazioni.
Hans e Anna-Eva si trasferiscono ad Antibes a partire dal 1968, in una casa da lui progettata e concepita.
Nel 1984, Hartung riceve la Gran Croce dell'Ordine al Merito della RFA.
Si spegne nel dicembre 1989, due anni dopo Anna-Eva. Una Fondazione a loro dedicata è oggi ospitata nella casa che era la loro, ad Antibes.
© Natacha PELLETIER per PASSION ESTAMPES
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